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Tokina 28-70mm F 2.8-4.3 - Recensione


QUALITA' COSTRUTTIVA

Quando si maneggia il Tokina 28-70 F 2.8-4.3 si ha una sensazione di solidità; seppur non granitica, è un’ottica convincente in termini di materiali e meccanica. Il corpo principale e la ghiera dei diaframmi sono in metallo. Le ghiere di messa a fuoco / cambio focale sono di plastica rivestita da gomma zigrinata, di sezione più piccola la seconda. L'elemento frontale è realizzato in plastica, compresa la filettatura per i filtri. Inclinare l'obiettivo verso il basso non ne causa l'estensione. L’innesto a baionetta risulta robusto e ben fatto (in questo caso Olympus OM), i pulsanti per lo sgancio sono in plastica.
L’assemblaggio è buono, non si notano particolari giochi, assenti i movimenti interni.

ERGONOMIA

Il Tokina 28-70 F 2.8-4.3 presenta peso e ingombri nella media, con caratteristiche ergonomiche valide. Le ghiere risultano infatti di buone dimensioni, ben spaziate fra loro e facilmente impugnabili. La ghiera dei diaframmi è situata vicino all’innesto e ruota in senso orario dall’apertura massima a quella minima, con scatti piuttosto netti fra uno stop e l’altro; sono presenti le mezze aperture fra F 4 ed F 16. Risulta completamente metallica e di sezione generosa rispetto alla norma, offrendo una buona operatività. La ghiera di messa a fuoco, situata nella parte anteriore dell’ottica, è rivestita in gomma zigrinata di qualità, che garantisce un’ottima presa. La rotazione avviene in senso orario da infinito alla distanza minima, compiendo circa 1/3 di giro con un movimento fluido e preciso. Durante la messa a fuoco, l’elemento frontale dell’obiettivo ruota, rendendo scomodo l’utilizzo del polarizzatore.
Tra le due ghiere appena descritte si trova quella dello zoom; anch’essa è rivestita in buona gomma zigrinata e ruota fluidamente in senso antiorario dalla focale grandangolare a quella tele. La zigrinatura con un motivo differente permette di riconoscerla immediatamente rispetto a quella di messa a fuoco.
L’obiettivo è dotato di una modalità macro, alla quale si accede ruotando la ghiera dello zoom oltre i 70mm. In questo modo l’obiettivo può mettere a fuoco solo a corte distanze, come se fosse montato su un tubo di prolunga, mentre la lunghezza focale viene impostata attorno ai 50mm. Il massimo rapporto d’ingrandimento è circa 1:4, pertanto siamo un po’ lontani dalla vera e propria macro, tuttavia questa funzione rende l’obiettivo più versatile. L’estensione massima dell’ottica la si ha alla focale di 28mm o in modalità macro, quella minima a 50mm.



LINK TEST QUALITA' OTTICA + DATI TECNICI


Nitidezza 
28mm: a tutta apertura la nitidezza è per lo più sufficiente, con un medio calo ai bordi. Il livello di contrasto è basso, caratterizzato inoltre da una morbidezza diffusa. Chiudendo a F4 si ha un netto miglioramento per quanto riguarda il contrasto, la nitidezza diventa più che sufficiente al centro e sufficiente ai bordi. A F5.6 il contrasto diventa buono, così come la nitidezza al centro; rimane il calo ai bordi, ma del tutto gestibile. Giunti a F8 si nota un mantenimento delle caratteristiche precedenti ma con un netto miglioramento ai bordi, che risultano di qualità più che sufficiente. Per finire, a F11 c’è ancora un mantenimento della qualità centrale e un leggero incremento ai bordi.
35mm: la situazione è molto simile alla focale precedente, ma con un leggero vantaggio di definizione ai bordi, mentre la differenza al centro è risibile. Il contrasto migliora lievemente alle aperture più ampie.
50mm: rispetto alla focale 35mm, la nitidezza è simile al centro e migliore ai bordi, ora di qualità quasi buona; il contrasto è identico.
70mm: identici risultati rispetto alla focale precedente, con definizione appena inferiore. In generale una prestazione più che sufficiente, peccato per i risultati alle ampie aperture.
Nota: l’obiettivo in prova risulta leggermente decentrato, come si nota in questa foto; per valutare correttamente la prestazione ai bordi considerate il lato destro.
 
Aberrazioni cromatiche
Laterali: la situazione peggiore la troviamo a 28 mm dove risultano di alto livello, specialmente a tutta apertura; correggerle spesso risulta impossibile. Incrementando la focale la loro intensità si riduce e risultano correggibili. A 35mm sono di medio livello, a 50mm basso e a 70mm quasi nulle. Chiudendo il diaframma in ogni caso il difetto si attenua.
Longitudinali: a 28mm risultano di medio/basso livello a tutte le aperture. Comportamento appena migliore ma in sostanza quasi identico a 35mm. A 50mm partono sempre medio/basse per poi diventare di basso livello una volta chiuso il diaframma. Per ultimo, a 70mm sono di medio/alto livello a tutta apertura e si riducono progressivamente per diventare quasi nulle.
Definiamo il comportamento del Tokina 28-70 F 2.8-4.3 in questo campo come quasi sufficiente.

Bokeh 
Dai test effettuati in studio il bokeh sembra discreto, anche se non il più cremoso. Analizzando le prove sul campo notiamo che il comportamento del Tokina 28-70 F 2.8-4.3 risulta un po’ incostante. A distanza ravvicinata lo sfocato risulta generalmente piacevole, tuttavia anche in queste situazioni capita di incorrere in sfondi affollati e antiestetici. Sulle medie distanze la qualità del bokeh diminuisce, tanto da non poter essere vista come un punto di forza; anche qui può capitare di incorrere in scatti poco artistici. Sulle lunghe distanze l’obiettivo fatica a separare il soggetto dallo sfondo.
Riguardo ai punti luce, questi sono di forma e dimensioni gradevoli a tutta apertura, e anche chiudendo il diaframma non diventano troppo poligonali grazie alle otto lamelle. L’effetto “occhi di gatto” è veramente contenuto, quasi nullo a tutte le aperture.
Inoltre i punti luce dello sfocato hanno dei bordi più luminosi del centro. Questo non aiuta ad avere uno sfondo più omogeneo, sommandosi al problema dell’affollamento. Ulteriore svantaggio, chiudendo il diaframma i cerchi assumono una forma leggermente dentellata. In generale possiamo definire la prestazione quasi sufficiente; l’obiettivo non nasce con questo scopo, seppur nella stessa categoria c’è chi fa meglio.

Coma
Vi sono deformazioni pronunciate a tutta apertura. A F4 la situazione è migliore ma il difetto rimane evidente. F5.6 vede un netto miglioramento, ma le deformazioni sono ancora presenti. A F8 le luci non risultano ancora del tutto puntiformi.

Distorsione 
La distorsione a 28 mm appare di entità media e forma complessa. L’andamento a baffo impedisce una correzione completa. Niente di estremo, ma va considerato questo difetto se si pratica fotografia di architettura. A 35mm il comportamento è il medesimo, ma l’entità della distorsione risulta bassa, molto più gestibile. A 50 e 70 mm la forma risulta rispettivamente a barile e a cuscinetto, ma di entità quasi nulla, trascurabile.

Flare
Riguardo ai riflessi, evitando le situazioni più critiche gli artefatti prodotti sono contenuti e piuttosto trasparenti. Talvolta può capitare che un raggio di intenso colore compaia ai bordi dell’immagine, rovinando tutto. Il Tokina 28-70 F 2.8-4.3 è utilizzabile in situazioni di controluce, ma senza pretendere troppo. Variare l’apertura non ha conseguenze in merito al comportamento generale.
Il problema principale è il calo di contrasto, evidente ogni qualvolta una fonte luminosa intensa sia nei paraggi dell’inquadratura. Le immagini ottenute non sono da buttare, ma nemmeno brillano per qualità.
Per concludere, la prestazione dell'obiettivo in questo campo risulta quasi sufficiente.

Focus breathing
L’obiettivo presenta una lievissima (quasi impercettibile) variazione di focale durante la messa a fuoco; aspetto molto positivo se intendete utilizzarlo per fare riprese video.

Sunstars
Vengono prodotti otto raggi che, sebbene da F11 siano di buone dimensioni, non sono per nulla definiti.

Vignettatura
La focale 28mm a tutta apertura presenta il risultato peggiore, con una vignettatura di media entità. A F 4 è bassa, quasi nulla a F 5.6 e nulla ad F 8. Alle altre focali risulta quasi nulla a tutta apertura, per scomparire del tutto chiudendo il diaframma. In generale un comportamento più che buono.

LINK PROVE SUL CAMPO - GALLERIA FOTO


CONCLUSIONI

Il Tokina 28-70 F 2.8-4.3 è indubbiamente un obiettivo versatile, tanto per la gamma di focali coperte quanto per le discrete prestazioni, unite a una buona maneggevolezza. Gli zoom vintage non sono noti per la loro qualità, eppure se non siete troppo esigenti con questo obiettivo potreste togliervi delle soddisfazioni; la modalità macro poi risulta sempre utile. E’ vivamente consigliato l’uso del paraluce, per evitare cali di contrasto in situazioni di forte luminosità. Il bokeh non è esaltante, ma come già detto non è lo scopo principale di questo genere d’ottica. Sorprende invece il basso livello di focus breathing, notevole per l’epoca.
 
PRO
- discretamente luminoso
- comodo nell'utilizzo
- focus breathing quasi nullo


CONTRO
- contrasto nel controluce
- aberrazioni cromatiche laterali a 28/35 mm

GIUDIZIO

Qualità costruttiva:  

Ergonomia:               

Ottica:                       


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