Ciao a tutti,
inauguriamo con questo articolo una nuova rubrica: A tu per tu. Abbiamo intervistato dei fotografi i cui lavori, pubblicati in rete, ci avevano impressionato. L'idea è quella di farci raccontare, in modo piuttosto diretto e informale, il loro rapporto con la fotografia.
Siamo entrati in contatto con Manuele Costantinis visualizzando alcuni dei suoi lavori pubblicati sulla community Juzaphoto (https://www.juzaphoto.com/me.php?l=it&p=7482). La sua fotografia tradisce una grande passione per i paesaggi naturali e per le vette raggiungibili solo dopo ore di camminata; il premio che viene concesso dalla montagna a colui che intraprende la faticosa salita è la possibilità di godere di una momentanea fuga dal mondo, nonchè di poter scattare fotografie in condizioni uniche.
"Neve" ©Manuele Costantinis |
Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia.
Ho scoperto la fotografia in adolescenza, usando la compatta di famiglia. Ma fu una delle primissime reflex digitali presenti sul mercato a portarmi a giocare con la luce vedendone in tempo reale i risultati, cosa assai più divertente che dover sviluppare le pellicole della vecchia reflex meccanica che comunque avevo.
C’è un genere fotografico che preferisci? Quali sono i tuoi autori preferiti?
Il paesaggio naturale è sicuramente il mio campo fotografico tradizionale preferito. Dico tradizionale perché il mio altro grande amore è l’astrofotografia, un campo questo che si discosta molto dalla fotografia normale. Questa accoppiata di generi fotografici è il naturale sfogo al mio andar per montagne, ambiente dove si possono trovare con facilità molti scorci non intaccati dalle attività umane.
Ho sempre ammirato molto le foto che venivano pubblicate nelle riviste fotografiche e nei manuali di fotografia, pur non concentrandomi mai su precisi autori. Credo che da un’ottima foto ci sia da capire e imparare a prescindere che l’autore sia famoso o meno, così come mi capita di vedere foto mediocri prodotte da celebrità.
Guardando nella tua galleria ci ha colpito molto la seguente foto: “Neve”; un’immagine quasi eterea, che sembra scattata in condizioni estreme. Raccontaci di come ti è venuta l’idea e delle tecniche per realizzarla. Come ci si comporta a quelle temperature e quali sono i tuoi consigli?
La foto che ritrae le malghe semi sepolte dalla neve è figlia di fatiche. Durante un’escursione con le ciaspole fotografai distrattamente questo scenario da lontano. Fu una volta tornato a casa che rivedendo le immagini capii che avrei potuto valorizzare meglio quella situazione. C’era già molta neve e ci volevano diverse ore di cammino per arrivarci; i giorni seguenti nevicò ancora molto: paradossalmente fu proprio questo a spingermi a tornare sullo stesso luogo, sicuramente la situazione sarebbe stata ancora più affascinante. Partii da casa presto e con zaino appesantito dall’attrezzatura fotografica, abbigliamento invernale e cibarie. L’allenamento fisico non mi mancava. Una volta sul posto iniziai a studiare l’inquadratura e a fotografare da lontano. Mano a mano che mi avvicinavo continuavo a studiare e a scattare, consapevole che le mie tracce avrebbero rovinato irrimediabilmente la scena. Fra i tanti scatti eseguiti qualcuno mi impresse pienamente l’immagine che avevo sentito da subito di quel luogo immacolato. Non è mai facile trasferire in uno scatto le proprie emozioni. Con la neve, che crea forti contrasti col cielo terso, è fondamentale scattare in raw per raccogliere il maggior numero di sfumature sia nei toni bassi che nelle alte luci, e poter così operare con più margine in camera raw. In quell’occasione persi un tappo copri obiettivo: pur avendo visto dov’era caduto nella neve fresca non riuscii più a ritrovarlo.
Che tipo di attrezzatura utilizzi solitamente per fotografare? Utilizzi qualche tecnica particolare?
Non sono un amante delle manipolazioni, evito anche gli HDR spinti poiché mi paiono irreali. Cerco di mostrare le immagini con i contrasti che percepiva l’occhio al momento dello scatto. E mi affido praticamente da sempre al full frame. L’unico filtro che porto con me è il polarizzatore: oggi più che un tempo la foto da scattare è tutta nell’inquadratura, quasi tutti i filtri si possono poi applicare in post produzione.
"Picchi" ©Manuele Costantinis |
Di tutte le foto che hai scattato, quale preferisci? Parlaci della sua genesi.
Non ho una foto che ricordo in particolare, però posso rivelare il divertente retroscena di un bianco e nero scattato sempre in montagna. Ero in compagnia di un coetaneo, e dopo 8 ore di cammino nella neve stavamo scendendo, il sole per tramontare. Il mio amico mi chiese una pausa per bisogni fisiologici e nel mentre io dedicai qualche minuto a fotografare il paesaggio dell’altro versante, inquadrando due picchi innevati. Ne uscì uno scatto che poi venne premiato in più occasioni. Mi diverte ricordare cosa stava succedendo in quel momento alle mie spalle!
Le tue fotografie sono mai state esposte? Hai mai vinto in qualche concorso?
Si, ho partecipato a diversi concorsi, ma senza mai buttarmi alla cieca. Generalmente partecipo solo quando so di avere delle chance di vincita, ovvero con una foto che reputo valida, meritevole. Ho vinto e sono andato a podio diverse volte, così come mi sono visto superato da foto altrui che reputavo mediocri. Addirittura in una occasione in cui mi piazzai 2°, il 1° premio venne assegnato alla carriera a un fotografo che non aveva neanche partecipato al concorso: ecco, questo mi infastidì. Sicuramente ci vuole anche fortuna in queste cose, con gli anni ho imparato a non crearmi più aspettative quando gareggio e ad accettare serenamente qualsiasi verdetto. Quello dei concorsi rimane un ambiente un po’ antipatico.
Quali progetti intravedi nel futuro per la tua attività fotografica?
Per ora continuo a fotografare per divertimento, che siano foto di paesaggio, di eventi, di astronomia. Poi il futuro dirà la sua se e quando sarà il momento.
"Sopravvissuti" ©Manuele Costantinis |
Qual è il tuo rapporto con i social network? Pubblichi qualcuno dei tuoi lavori su Instagram/Facebook ecc?
Curo da sempre e personalmente un mio sito web (www.attimiunici.com), luogo virtuale che è diventato un album dei miei lavori. E parallelamente, in forma minore, aggiorno il profilo Instagram ad esso collegato (www.instagram.com/attimiunici).
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