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Vintage Digitale – Fujifilm F40fd

Ciao a tutti, in questo episodio parliamo della Fujifilm F40fd, una compatta del 2007. Fa parte della serie “F”, ovvero le compatte premium della casa, spesso distinte da sensori più grandi e qualità d’immagine nettamente migliore rispetto al resto della produzione. Questo articolo fa parte di un progetto volto a riscoprire la fotografia CCD, se volete approfondire è presente  un’introduzione  esplicativa. SCHEDA TECNICA: Sensore: 1/1.6” CCD (8 x 6 mm) Megapixel: 8 (3296 x 2472 pixel) Formato immagine: 4:3 Escursione focale: 35–105 mm (equivalente 35mm) Apertura massima: F 2.8-5.1 Stabilizzazione ottica: No Tempi di scatto: 3 S - 1/2000 S Gamma ISO: 100-1600 Presenza controlli PASM: No Formato RAW: No Distanza minima messa a fuoco: 7 cm Dimensioni schermo: 2,5 pollici Risoluzione schermo: 230.000 dots Schede di memoria compatibili: XD picture card, SD/SDHC Dimensioni: 96 x 59 x 23 mm Peso: 181 g Batterie: al litio   L’esperimento di questa puntata si concentra su di
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La Fotografia italiana negli anni ’60

Negli anni '60, l'Italia vide un profondo cambiamento nel mondo della fotografia, segnato da una crescente consapevolezza dei fotografi italiani riguardo al loro ruolo nella società e nell'ambito culturale internazionale. Da eventi come il Convegno Nazionale di Fotografia del 1959 a Sesto San Giovanni al successivo convegno di Verbania del 1969, promosso dal CIFe (Centro Informazioni Ferrania) e dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), emerse un'evoluzione significativa nel modo in cui i fotografi italiani si rapportavano alla cultura, alla politica, e alla società stessa. Il convegno di Verbania, in particolare, fu testimone di opposte concezioni della fotografia, con una forte prevalenza dell'approccio d'impegno sociale e politico, documentario e di reportage. Questo contesto politicamente acceso ha plasmato il percorso dei fotografi italiani, spingendoli a esplorare nuovi ruoli e ad abbracciare una visione più consapevole e critica del lor

Kenlock 135mm F2.8 (Mitakon) - Recensione

QUALITA’ COSTRUTTIVA Il primo impatto con quest'obiettivo è molto positivo. Corpo principale, ghiere, paraluce, innesto e persino i pulsanti di sgancio sono in metallo. La ghiera di messa a fuoco è rivestita da una gomma di buona qualità. L’assemblaggio a prima vista appare curato, senza giochi; si nota tuttavia il perfettibile meccanismo dei pulsanti di sgancio, scomodi. Inoltre sono presenti degli strani movimenti interni, non eccessivi ma che restituiscono una sensazione di fragilità. Presenti piccole viti a vista, non invadenti. ERGONOMIA L’obiettivo in prova è abbastanza compatto, di leggerezza media. La ghiera di messa a fuoco presenta una buona ergonomia: compie mezzo giro in senso orario da infinito alla minima distanza di scatto. Il movimento avviene in modo fluido e preciso, la gomma di cui è rivestita per quanto leggermente scivolosa garantisce una presa solida, grazie all’efficace zigrinatura. La ghiera dei diaframmi è di sezione media, e anch’essa risulta comoda nel

Introduzione agli adattatori

Chi ci segue con assiduità avrà notato il nostro interesse per le ottiche d’epoca, che valutiamo e recensiamo testandole su corpi macchina digitali. Forse non tutti sanno come sia possibile utilizzare obiettivi di uno specifico sistema su fotocamere totalmente differenti; abbiamo quindi ritenuto utile fornire indicazioni per chi lo trovasse interessante. Adattatori da Nikon Z a M42, e da Nikon Z a Canon FD   Per introdurre il discorso, bisogna partire da alcune considerazioni. La prima riguarda la differenza più immediata tra gli obiettivi appartenenti a diversi sistemi fotografici, vale a dire il tipo di innesto. Che siano a vite o a baionetta, i differenti tipi di innesto non sono infatti compatibili fra loro. Adattatori da Nikon Z ad Olympus OM, e da Sony E ad Olympus OM La seconda considerazione riguarda invece la distanza a cui l’obiettivo deve trovarsi dal sensore (o della pellicola) per poter mettere a fuoco correttamente a tutte le distanze; i vari sistemi fotografici, tanto qu

A tu per tu - I5GOONIES

I5GOONIES sono un gruppo di appassionati esploratori di luoghi abbandonati, che pubblicano foto e video delle spedizioni sui loro canali social. Proprio grazie a questi, visionando le immagini siamo entrati in contatto con il loro ispiratore, Matteo di Domenico. Era da tempo che volevamo dare spazio anche al genere fotografico noto come Urbex, in quest’intervista ci faremo raccontare il loro approccio a questa attività. © I5GOONIES   Raccontateci di voi e di come vi siete avvicinati alla fotografia. Io, Matteo, sono appassionato di fotografia e di esplorazione fin da ragazzino. In particolare, sono da sempre attratto dai paesaggi naturali e dai luoghi abbandonati. Credo che l'unione delle due cose crei degli scenari unici che molto spesso, vista la loro precarietà, non siano duplicabili. Da qui è nata la voglia di usare la fotografia per immortalare quei momenti e quei luoghi. I5GOONIES nascono da questo: qualche anno fa decisi di farmi accompagnare da 4 miei colleghi al famoso Man

Kenlock 135mm F2.8 (Mitakon) - Prove sul campo

  Presentiamo le prove sul campo del Kenlock 135mm F2.8 (Mitakon), che sono state svolte in un'unica uscita: giugno 2023 nel comune di Pigra (CO), con cielo sereno e livello di foschia medio. Ci siamo concentrati sui paesaggi, ma abbiamo ritratto anche diversi soggetti ravvicinati. LINK  ALLA GALLERIA >>  Link  elenco articoli prove sul campo <<

Kiron 28mm F 2.8 (versione 2) - Recensione

QUALITA' COSTRUTTIVA Il Kiron 28mm F 2.8 è costruito interamente in metallo, fatta esclusione per il rivestimento in gomma della ghiera di messa a fuoco. L'assemblaggio risulta curato e privo di fastidiosi giochi; unico difetto un perfettibile allineamento tra i valori dei diaframmi e la ghiera corrispondente.   ERGONOMIA L’obiettivo in prova risulta compatto e leggero, seppur senza essere minuscolo; è adatto per tutte le mani. Montato sulla fotocamera, anche con l'adattatore il suo ingombro è limitato e permette un ottimo bilanciamento. La ghiera dei diaframmi gira in senso orario da F2.8 a F22 in passi di mezzo stop (esclusi gli intervalli F2.8-F4 e F16-F22 dove i passi sono a pieni stop), con scatti ben definiti. Segnaliamo una particolarità: per quanto riguarda gli obiettivi con innesto Olympus OM (come quello in prova) Kiron montava una ghiera peculiare, di sezione ridotta rispetto a quella montata sugli obiettivi con altri innesti. Probabilmente ciò era concepito per