QUALITA’ COSTRUTTIVA
Non giudichiamo l’adattatore (in questo caso Olympus OM) perché non fa strettamente parte dell’obiettivo. Il sistema Adaptall-2 infatti consentiva di montare l'ottica su fotocamere di diverse marche utilizzando l'opportuno adattatore.
L’assemblaggio è curato, con assenza di movimenti interni. Solo la ghiera dei diaframmi risulta un po’ “leggera” nel funzionamento; esibisce inoltre un lieve gioco nel passaggio da un valore all’altro.
ERGONOMIA
Il Tamron in prova appare come un obiettivo mediamente compatto, di peso ragionevole. Come immaginabile essendo un macro, il corpo si estende abbastanza in fase di messa a fuoco, senza però causare particolare sbilanciamento.
La ghiera di messa a fuoco presenta un funzionamento ineccepibile. La rotazione è abbastanza contrastata, così da poter regolare con precisione i movimenti, e la gomma assicura una presa solidissima. Scorre in senso orario da infinito alla distanza minima di 39 centimetri, compiendo un giro completo. La ghiera dei diaframmi offre una buona presa sebbene abbia lo stesso diametro del corpo principale. Presenta scatti abbastanza definiti e ruota in senso orario da F2.5 a F32 comprese le mezze aperture (escluso da F16 in poi).
L’obiettivo consente un rapporto d’ingrandimento nativo pari a 1:2, migliorabile tramite l’ausilio di tubi. La ragionevole distanza di messa a fuoco consente di ritrarre agevolmente vari soggetti, con alcune limitazioni per quelli più piccoli.
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Nitidezza
A tutta apertura il risultato è apprezzabile. La prestazione al centro è buona per gli scatti ravvicinati, mentre ad infinito il livello è più che sufficiente. I cali ai bordi sono limitati e progressivi, non disturbano. E’ presente una lieve morbidezza, trascurabile anche considerato il buon livello di contrasto. Chiudendo a F4 si nota un netto miglioramento, con risultato complessivamente buono. A questo diaframma è possibile scattare foto paesaggistiche senza particolari rinunce.
Nelle prove campo abbiamo testato anche il diaframma intermedio tra F2.5 ed F4, chiamato in modo fittizio F2.8 (non potendo sapere quale sia il valore reale). Ebbene il miglioramento rispetto alla massima apertura risulta evidente, la qualità dell’immagine è molto simile a quella raggiunta a F4.
I diaframmi migliori sono F5.6 e F8, dove il livello qualitativo raggiunto è ottimo. A F11 sopraggiunge una forte diffrazione, il risultato è simile a F2.5, con l’unica differenza di una migliore prestazione ai bordi. Sconsigliamo questo diaframma a meno di esigenze particolari.
In generale possiamo definire la prestazione in questo campo come più che buona.
Aberrazioni cromatiche
Laterali: nulle a qualsiasi apertura. Longitudinali: di medio/basso livello a tutta apertura e basso a F4, scompaiono successivamente. Nelle prove sul campo la correzione automatica in fase di lavorazione le ha annullate, il loro impatto è praticamente nullo.
La prestazione del Tamron SP 90mm F 2.5 macro in questo campo è ottima.
Se pensate di utilizzare il Tamron SP 90mm F 2.5 macro per ritratti, avete fatto la scelta giusta. Lo sfocato a tutta apertura è ottimo sulle corte e medie distanze, con risultati a dir poco eccezionali. Perde un po’ alle lunghe distanze, dove l’obiettivo fatica maggiormente a separare il soggetto dallo sfondo. In ogni caso l’affollamento è sempre assente.
I punti luce a tutta apertura sono grandi, si intravede già la forma poligonale, ma senza recare particolare disturbo; quasi assente l’effetto occhi di gatto, che scompare successivamente. Chiudendo a F4 le dimensioni dei punti luce rimangono gradevoli, si accentua la forma poligonale ma anche qui l’effetto è limitato. Passare a F5.6 non cambia molto la situazione. Onion rings assenti a tutte le aperture.
Per riassumere, riguardo al bokeh il risultato dell’obiettivo in prova è quasi ottimo.
La coma è di lieve entità a tutta apertura, successivamente scompare.
Quasi nulla, del tipo a cuscinetto, in sostanza trascurabile per qualsiasi genere praticato.
I riflessi che appaiono non sono mai sovradimensionati, e risultano abbastanza trasparenti. Nelle situazioni normali non ci sono problemi, mentre in caso di fonti luminose molto intense possono comparire le velature. Raramente appaiono anche riflessi interni color arcobaleno, soprattutto a diaframmi chiusi quando il Tamron SP 90mm F 2.5 macro è leggermente più vulnerabile. Il contrasto nativo viene quasi sempre mantenuto.
Riassumendo il risultato in questa sezione è definibile come più che sufficiente.
Riguardo al focus breathing, per questo obiettivo va fatto un discorso particolare. Considerata la lunga corsa della messa a fuoco, la variazione di focale da infinito al massimo ingrandimento è molto alta. Ruotare la ghiera solo fino alla tacca dei 50 centimetri causa un leggero miglioramento, ma lo scostamento è sempre rilevante. Consideratelo se intendete utilizzare il Tamron SP 90mm F 2.5 macro per le riprese video.
Di basso livello a tutta apertura, scompare da F4 in poi. Un ottimo risultato, nessuna correzione è stata applicata alle prove sul campo.
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CONCLUSIONI
PRO
- qualità costruttiva
- bokeh attraente
- nitidezza più che buona
- vignettatura trascurabile
- aberrazioni cromatiche lievi
CONTRO
- forte diffrazione a F11
Commenti
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