Abbiamo avuto modo di visionare i lavori di Michela Petrocchi seguendo il suo profilo Instagram. La fotografia di Michela è prevalentemente finalizzata a documentare il territorio e le attività umane. Con i suoi scatti ha realizzato alcuni interessanti reportage.
©Michela Petrocchi |
Raccontaci di te e di come ti sei avvicinata alla fotografia.
Sono stata sempre affascinata dalla Fotografia e dalle immagini. Fin da piccola avevo all'abitudine di guardare le vecchie fotografie dei miei nonni che erano conservate in una scatola. Ero sempre curiosa di ogni dettaglio, delle persone e dei luoghi immortalati nelle immagini. Il desiderio di catturare i momenti speciali è cresciuto con me, questo amore per la fotografia è rimasto intatto nel corso degli anni ed è diventato una parte intrinseca della mia vita.
C’è un genere fotografico che preferisci? Quali sono i tuoi autori preferiti?
Adoro il reportage, in particolare il periodo italiano intorno agli anni 50 e 60. Trovo che quell’epoca abbia prodotto alcuni dei più straordinari fotografi e documentaristi, il cui lavoro ha catturato in modo toccante la realtà italiana in quel contesto storico. Le immagini di quegli anni sono ricche di storia, cultura e significato e, per quanto mi riguarda, sono sempre fonte d'ispirazione. Fotografi come Mario De Biasi, Ugo Mulas e Gianni Berengo Gardin hanno contribuito in modo significativo a questo genere, catturando scene di vita quotidiana, documentando la realtà e le difficoltà della nostra nazione nel dopoguerra.
©Michela Petrocchi |
Abbiamo notato che le tue foto sono quasi tutte in bianco e nero. Si tratta peraltro di una lavorazione che enfatizza molto i contrasti tra luci e ombre. Parlaci di questo tuo stile e dei motivi che ti hanno portata a seguirlo.
Il bianco e nero rivela l’essenza delle cose. La loro vera natura. Le immagini, quelle che servono, sono sempre frutto di sottrazione, non di addizione. Il bianco e nero ci porta in connessione con ciò che sta accadendo realmente nella foto. Perché è molto diretto; ti mostra la vera natura di ciò che è rappresentato.
Cosa significa per te immergerti nella vita quotidiana di altre persone? Utilizzi degli accorgimenti particolari per ambientarti meglio nel contesto oppure segui solo l'istinto?
Cerco di essere il meno invasiva possibile. Utilizzo solamente la macchina fotografica e cerco di fondere la mia presenza nell'ambiente circostante. Mi piace osservare e aspettare, cercando di catturare l'essenza del momento senza influenzare ciò che sta accadendo. L'istinto gioca un ruolo importante, ma è bilanciato dalla preparazione e comprensione del contesto. Nel complesso, si tratta di un equilibrio tra intuizione e rispetto per le persone e le situazioni che sto documentando.
©Michela Petrocchi |
Che tipo di attrezzatura utilizzi solitamente per fotografare? Utilizzi qualche tecnica particolare?
Utilizzo una semplice mirrorless e nessuna tecnica particolare. Spesso mi piace scattare anche con una macchina fotografica analogica.
Di tutte le foto che hai scattato, quale preferisci? Parlaci della sua genesi.
È un ricordo che porto nel cuore, una delle fotografie che rappresenta l’essenza ed il carattere dell’ultimo artigiano del legno rimasto nel mio paesino, Claudio detto “Lallo l’Attore”, che purtroppo non c’è più.
©Michela Petrocchi |
Le tue foto sono state esposte in qualche mostra di recente?
Lo scorso 5 maggio è stata inauguarata a Vilnius (Lituania), presso l’Istituto Italiano di Cultura, la mia mostra fotografica intitolata “La modernità degli antichi saperi”. L’evento è stato realizzato dall’Ambasciata Italiana a Vilnius in collaborazione con IIC di Vilnius.
Quali progetti intravedi nel futuro per la tua attività fotografica?
Spero che il futuro della mia fotografia continui in maniera positiva, essendo comunque legato ai temi sopra citati. Vorrei continuare a esplorare nuovi argomenti e storie che possano suscitare interesse. Allo stesso tempo, voglio approfondire le storie che ho già iniziato a raccontare, per offrire un quadro più completo nel tempo. Sono convinta che grazie alla fotografia si possa cambiare la sorte di qualcosa, esplorando ciò che non sempre conosciamo, ma che può arricchirci personalmente.
©Michela Petrocchi |
Qual è il tuo rapporto con i social network? Pensi che siano utili a farti crescere come artista?
Il mio rapporto con i social network è particolare. Li utilizzo principalmente come strumento per condividere il mio lavoro fotografico e raggiungere un pubblico più ampio. Tuttavia, devo ammettere che non amo molto come vengono utilizzati oggi. Alcune piattaforme sembrano enfatizzare la quantità piuttosto che la qualità e promuovere l'immagine piuttosto che il contenuto significativo. Nonostante ciò, riconosco che i social network sono una risorsa utile per farsi notare come artista. Possono aiutare a costruire una presenza online, connettersi con altri fotografi e appassionati di fotografia e condividere il proprio portfolio con un pubblico globale. Quindi, cerco di trovare un equilibrio tra la promozione del mio lavoro e il mantenimento dell'integrità artistica, cercando di condividere contenuti che abbiano un significato personale e che possano ispirare gli altri.
Ringraziamo Michela per averci concesso l’intervista, se considerate i suoi lavori interessanti vi invitiamo a seguirla tramite i suoi profili social.
Facebook: Michela Petrocchi
Instagram: michela.petrocchi
A presto!
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