Abbiamo conosciuto Andrea Finocchi dopo aver visitato il suo profilo su Instagram. Andrea è uno street photographer che predilige indirizzare il suo sguardo sull’espressività dei soggetti ritratti, sia cogliendo l’attimo, sia facendoli posare.
© Andrea Finocchi |
Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia. Quanto tempo gli dedichi al giorno?
Salve a tutti,
grazie davvero per questa opportunità; soprattutto è un piacere
parlare di fotografia con voi.
Sembra strano ma devo questa
passione a mia moglie. Circa 15 anni fa, prima di andare in vacanza
comprai una Reflex e così sono caduto nella trappola della
fotografia. Ho lavorato come wedding photographer, ma purtroppo dopo
la pandemia ho deciso di lasciare questa attività. Devo dire che i
matrimoni sono stati un’ottima palestra e una fantastica esperienza
lavorativa. La street photography ha dato un nuovo sapore alla mia
vita dato che mi permette di confrontarmi e interagire con diverse
persone e personalità, oltre a portare a casa scatti di vita
sociale.
Solitamente dedico alla fotografia uno o due giorni a
settimana; tuttavia, gli altri giorni la mia mente è sempre lì,
pensando a nuovi progetti.
Nella tua attività fotografica ti ispiri a qualche “mostro sacro”?
Di mostri sacri ce ne sono molti. Come street photographer non posso non essere influenzato da fotografi come Joel Meyerowitz, Garry Winogrand e William Klein. Tra quelli odierni prediligo Matt Stuart, che ho conosciuto personalmente.
© Andrea Finocchi |
Guardando nella tua galleria ci hanno colpito molto diverse foto nelle quali sembri trovarti vicinissimo al soggetto e lo stesso si accorge chiaramente che lo sta fotografando. Come ti comporti in queste situazioni, qual è il tuo approccio?
Mi piace essere notato tra la folla e amo avvicinarmi ai soggetti, sia per l’intimità che si instaura nello scatto sia perché molte volte nascono veri e propri scambi di idee tra me e le persone. Nel caso in cui il soggetto se ne accorge non mi fermo, anzi continuo a scattare. Gran parte di loro mi continua a seguire sui social e apprezza il mio personaggio perché, diciamo la verità, il fotografo di strada è un po’ come un attore. Qualche volta ho dovuto dare spiegazioni riguardo alla foto scattata, ma con umiltà e rispetto si arriva ovunque (questo è il mio motto).
© Andrea Finocchi |
Nel tuo stile fotografico ci pare di cogliere due tipologie principali di foto: quelle scattate al volo, sorprendendo il soggetto, e quelle dove invece lo fai posare. Come scegli quale dei due approcci utilizzare? Decidi in base al soggetto o preferisci andare d’istinto?
Sono molto
istintivo di solito. Può capitare che mi fermo aspettando il momento
adatto oppure che scatto passando tra la gente. Alcune mie fotografie
ritraggono persone con espressioni naturali che ricerco quasi
ossessivamente; amo la spontaneità.
Alcuni soggetti già si
conoscono, nel senso che per alcune tipologie si sa a cosa si può
andare incontro. Bisogna saper rompere il ghiaccio notando qualche
loro interesse o particolarità e quindi apprezzando il loro modo di
essere; oppure bisogna prevedere le loro mosse: una volta mi trovavo
su un marciapiede e una suora che camminava davanti a me si è girata
due volte. Come si dice, non c’è due senza tre, quindi ho
aspettato si girasse per la terza volta e in quel momento ho
scattato.
© Andrea Finocchi |
Le inquadrature delle tue foto sono molto dinamiche, una cosa abbastanza comune nel genere street, ma ci sembra di cogliere una sorta di firma in questo. E’ così?
Credo che essere istintivi dia da una parte la possibilità di catturare un’azione che racconti qualcosa, ma dall’altra si corre il rischio di essere imprecisi a livello compositivo. La street che piace a me è quella che racconta, la silhouette da sicuramente un effetto wow ma oltre a questo nel fotogramma deve esserci un’azione che narri qualcosa.
© Andrea Finocchi |
Che tipo di attrezzatura utilizzi solitamente per fotografare? Utilizzi qualche tecnica particolare?
All’inizio mi portavo una camera con diverse lenti, adesso mi piace viaggiare leggero, quindi con poco peso. Utilizzo una aps-c mirrorless con un 28mm.
Di tutte le foto che hai scattato, quale preferisci? Parlaci della sua genesi.
La foto che preferisco è Legs con cui ho vinto il Paris Photo Awards. Ero in vacanza con la famiglia, mentre mi trovavo a bordo piscina c’erano dei ragazzi che utilizzavano uno scivolo per fare il bagno. Non pensavo che la foto avesse tutto questo successo! Attendevo che il bagnino sotto lo scivolo si voltasse, ma non è successo e quindi sono rimaste queste gambe plastiche che si intravedono attraverso la parte trasparente.
Legs © Andrea Finocchi |
Le tue fotografie sono mai state esposte? Hai mai vinto in qualche concorso?
Sono state esposte a Roma, a Venezia, a Parigi e a Berlino. Nel 2021 a Parigi ho vinto il primo premio al Paris Photo Awards nella sessione Swimming & Pool.
Quali progetti intravedi nel futuro per la tua attività fotografica?
Dopo aver lavorato a un progetto personale di reportage su Tor Pignattara, un quartiere multietnico romano, mi piacerebbe pubblicare un libro di street photography sulla mia città, Roma.
© Andrea Finocchi |
Qual è il tuo rapporto con i social network? Pensi che siano utili a farti crescere come artista?
Sicuramente i
social network danno molta visibilità, però bisogna fare i conti
sulla velocità di visualizzazione delle foto on line. Sono curioso
di sapere quanto tempo ognuno di noi dedica a ogni immagine vista sul
cellullare.
Comunque si, credo che i social possano essere
un’aggiunta positiva alla crescita di un artista.
Ringraziamo Andrea per averci concesso l’intervista, se considerate i suoi lavori interessanti vi invitiamo a seguirlo tramite i suoi profili social
Instagram @andreafinocchi_street
X (ex Twitter) @andrea_finocchi
Facebook Andrea Finocchi
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