La prima impressione, quando si impugna l’obiettivo, è di avere tra le mani un carro armato. Un insieme di peso, materiali e ingombri lo ricorda inevitabilmente, montarlo poi su un corpo macchina accentua la sensazione di possedere un’arma. Scherzi a parte, la qualità costruttiva è ottima.
Il corpo è interamente in metallo, di estrema solidità, con giochi lievi. La
ghiera di messa a fuoco è rivestita di gomma zigrinata per una migliore presa.
La ghiera dei diaframmi è metallica, così come quella per l’innesto
(sull’esemplare in prova è presente l’attacco Canon FD con anello di serraggio).
Stesso discorso per la filettatura dei filtri.
Un dettaglio ci è piaciuto molto: attorno alla parte terminale dell’obiettivo è presente un paraluce integrato, che si sfila con una leggera pressione dal corpo principale. Un particolare la contraddistingue, ovvero di essere foderata all’interno di velluto nero; diversa dalla solita verniciatura opaca, una soluzione ingegnosa per scongiurare riflessi sull’elemento frontale, anche se come vedremo non può fare miracoli.
ERGONOMIA
Ciò che più colpisce in
relazione alle dimensioni esterne, non eccessive, è il peso. Quasi 700 grammi
non sono pochi, specialmente per un 200 mm. Da considerare sicuramente la
qualità costruttiva, come dicevamo prima; tuttavia è evidente come montare e
dimenticare un obiettivo del genere sia impossibile.
Alla prova pratica scopriamo che, nonostante tutto, utilizzare questo tele risulta
piacevole. Il diametro è contenuto e la ghiera di messa a fuoco molto buona,
dalla giusta consistenza e corsa; da segnalare solo la gomma, solida ma un filo scivolosa. Buona quella dei diaframmi, presenti le mezze aperture seppure con scatti non molto definiti. Il paraluce integrato a scomparsa evita di doverne portare uno apposta.
Per riassumere: un fisso di questa focale non si lascia sempre attaccato al
corpo macchina, piuttosto serve come obiettivo secondario. Il problema è che
nello zaino si sente eccome, vediamo quindi se vale la pena.
LINK TEST QUALITA' OTTICA + DATI TECNICI
Nitidezza
La nitidezza del Vivitar 200mm F 3.5 (komine) risulta insufficiente a tutta apertura, con un'immagine piuttosto soffusa nel complesso. A F 5.6 si avverte un netto miglioramento, con nitidezza centrale più che sufficiente; Il diaframma ideale è F8, anche se la differenza di prestazione è minima; F11 vede un accenno di diffrazione. Comune a tutte le aperture è un calo ai bordi progressivo, non netto ma visibile. Il contrasto è di basso livello a F3.5, medio altrove.
Il comportamento nel complesso risulta sufficiente.
Aberrazioni cromatiche
Laterali. Di alto livello a tutte apertura, calano di molto a F5.6 dove risultano di medio livello; alle successive aperture calano ancora, ma non scompaiono mai. La correzione non è sempre possibile, in quanto le aberrazioni sono molto intense nel colore.Longitudinali. Di alto livello a tutta apertura, medio/alto a F5.6, medio a F8 e basso a F11.
Anche qui le aberrazioni hanno un impatto rilevante; spesso è possibile una loro rimozione parziale, ma risulta difficile eliminarle completamente.
In generale definiamo la prestazione dell’obiettivo in prova tra l'insufficiente e il pessimo.
Bokeh
Lo sfocato su questo obiettivo risulta equilibrato, senza particolare affollamento. I punti luce sono resi discretamente a tutta apertura, quasi circolari al centro e con effetto “occhi di gatto” accettabile ai bordi. Chiudendo il diaframma a F 5.6 nonostante le otto lamelle risultano poligonali e molto più piccoli. In generale presentano bordi più luminosi, che li rendono contornati e distraggono dal soggetto ritratto.
Il difetto principale del Vivitar 200mm F3.5 (Komine) è una certa fatica a separare il soggetto, nonostante la focale lunga e la discreta luminosità. Lo sfocato è presente, ma le transizioni non sono morbide; un comportamento nel complesso sufficiente.
La coma risulta di minimo impatto, come prevedibile considerando focale e luminosità.
Distorsione
Quasi nulla, talmente lieve che non risulta necessaria la correzione, nemmeno per architettura.
Quasi nulla, talmente lieve che non risulta necessaria la correzione, nemmeno per architettura.
Flare
Incappare in artefatti è facilissimo, basta una fonte luminosa intensa che non si trovi esattamente alle vostre spalle. Il paraluce integrato serve solo a ridurre gli effetti, ma non garantisce nulla. Gli artefatti prodotti non sono molto apparenti, il problema reale sono le velature. Queste risultano fortissime, azzerano il contrasto e distruggono l'immagine; in sostanza pensare di scattare in controluce (ma anche in situazioni di media difficoltà) con il Vivitar 200mm F3.5 è un'illusione.
Possiamo definire la prestazione in questo campo pessima.
Possiamo definire la prestazione in questo campo pessima.
Focus breathing
L’obiettivo presenta una forte variazione di focale durante la messa a fuoco; consideratelo se intendete utilizzarlo per fare riprese video.Sunstars
Quest'obiettivo non produce sunstars degni di nota. I raggi sono poco visibili e per nulla definiti.
Vignettatura
Di basso livello a tutta apertura, quasi nulla a F 5.6, scompare a F 8. Un buon comportamento, nella media per i teleobiettivi.
Di basso livello a tutta apertura, quasi nulla a F 5.6, scompare a F 8. Un buon comportamento, nella media per i teleobiettivi.
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CONCLUSIONI
Il Vivitar 200mm F 3.5 (Komine) in prova piace per costruzione e solidità, mentre la qualità ottica risulta non del tutto sufficiente. Viene penalizzato da una resistenza al flare molto scarsa e dalle aberrazioni cromatiche intense. Considerato l'insieme riesce difficile consigliarlo, a meno che non vogliate spendere poco.
PRO:
- qualità costruttiva
- distorsione quasi nulla
- distorsione quasi nulla
CONTRO:
- resistenza al flare pessima
- aberrazioni cromatiche forti
- aberrazioni cromatiche forti
- nitidezza scarsa a tutta apertura
- pesantezza
GIUDIZIO
Ergonomia
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