QUALITA' COSTRUTTIVA
Il primo impatto col Soligor 100mm F 3,5 macro non è molto felice; si avverte una sensazione di scarsa qualità, perlomeno riguardo alla costruzione. Come facile intuire domina la plastica, utilizzata sia per il corpo principale dell’obiettivo che per quasi tutti i componenti; tra l’altro i polimeri utilizzati sono di scarso spessore e consistenza. La ghiera di messa a fuoco è rivestita di gomma, talmente liscia e scivolosa da non sembrare neanche tale. L’anello serrante dell’innesto è metallico, rivestito da una zigrinatura in plastica.
L’assemblaggio non è dei migliori, con numerosi giochi tra corpo e ghiere, oltre a strani movimenti interni. L'obiettivo funziona, ma è evidente lo sforzo per ridurre i costi di produzione. In definitiva, la solidità tipica dei vintage qui è assente.
L’assemblaggio non è dei migliori, con numerosi giochi tra corpo e ghiere, oltre a strani movimenti interni. L'obiettivo funziona, ma è evidente lo sforzo per ridurre i costi di produzione. In definitiva, la solidità tipica dei vintage qui è assente.
ERGONOMIA
Per quanto il Soligor 100mm F 3.5 macro non brilli dal punto di vista costruttivo, l’essere realizzato in plastica gli conferisce almeno il vantaggio della leggerezza. L’obiettivo è inoltre abbastanza compatto, senza per questo risultare scomodo per chi ha mani grandi. La ghiera dei diaframmi passa da F 3.5 a F 5.6, per poi procedere in passi di 1 stop fino a F 22, in senso antiorario; la presa risulta un po' scivolosa a causa della plastica utilizzata. Gli scatti sono abbastanza definiti, anche se la scarsa azione meccanica può dare un po' fastidio e confondere.
La ghiera di messa a fuoco compie quasi un giro completo, in senso orario, da infinito alla minima distanza di 43 centimetri; come accennato prima si usa senza particolari problemi, ma lo scarso attrito della gomma non aiuta in condizioni critiche. L’obiettivo raggiunge un buon livello d’ingrandimento pur restando a una certa distanza dal soggetto. Tuttavia nella fotografia macro più spinta si avverte la limitazione dovuta al rapporto massimo di 1:2, per superare il quale è necessario ricorrere ad accessori aggiuntivi.
La ghiera di messa a fuoco compie quasi un giro completo, in senso orario, da infinito alla minima distanza di 43 centimetri; come accennato prima si usa senza particolari problemi, ma lo scarso attrito della gomma non aiuta in condizioni critiche. L’obiettivo raggiunge un buon livello d’ingrandimento pur restando a una certa distanza dal soggetto. Tuttavia nella fotografia macro più spinta si avverte la limitazione dovuta al rapporto massimo di 1:2, per superare il quale è necessario ricorrere ad accessori aggiuntivi.
La nitidezza a tutta apertura risulta insufficiente, con un’immagine nel complesso soffusa. Chiudendo a F5.6 si nota un netto miglioramento quantomeno nel contrasto, con una definizione quasi sufficiente. A F8 ed F11 la nitidezza diventa sufficiente o poco più. A tutte le aperture si osserva un calo ai bordi, mediamente visibile ma che si estende poco all’interno dell’inquadratura. Il contrasto risulta di basso livello a F3.5 e medio/basso nei restanti diaframmi.
Il giudizio per questa sezione nel complesso risulta quasi sufficiente.
Il giudizio per questa sezione nel complesso risulta quasi sufficiente.
Aberrazioni cromatiche
Laterali: di medio/alto livello a F3.5, si riducono progressivamente per diventare di basso livello a F11. Non abbiamo riscontrato problemi nella correzione, anche nelle situazioni più difficili.
Longitudinali: di medio livello a tutta apertura, basso a F5.6, quasi nullo a F8; successivamente scompaiono. Le longitudinali sono più ostiche da correggere, e in effetti in casi complicati risulta impossibile rimuoverle, specie a tutta apertura. Chiudendo il diaframma risultano invece irrilevanti.
In generale possiamo definire la prestazione del Soligor 100mm F 3.5 macro in questo campo come più che sufficiente.
Longitudinali: di medio livello a tutta apertura, basso a F5.6, quasi nullo a F8; successivamente scompaiono. Le longitudinali sono più ostiche da correggere, e in effetti in casi complicati risulta impossibile rimuoverle, specie a tutta apertura. Chiudendo il diaframma risultano invece irrilevanti.
In generale possiamo definire la prestazione del Soligor 100mm F 3.5 macro in questo campo come più che sufficiente.
Bokeh
Lo sfocato risulta gradevole e abbastanza cremoso, con una separazione discreta anche a lunga distanza. Negli scatti ravvicinati come prevedibile la maggior parte delle volte si ottiene uno sfondo piacevolmente soffuso, ma non mancano situazioni un cui compare un certo affollamento.
I punti luce a tutta apertura sono circolari al centro, cominciano a deformarsi nelle zone intermedie e presentano un effetto “occhi di gatto” pronunciato ai bordi, seppur non estremo. Chiudendo il diaframma, nonostante le otto lamelle, si avverte facilmente la forma poligonale.
Nel complesso possiamo definire il comportamento in questa sezione come più che sufficiente.
I punti luce a tutta apertura sono circolari al centro, cominciano a deformarsi nelle zone intermedie e presentano un effetto “occhi di gatto” pronunciato ai bordi, seppur non estremo. Chiudendo il diaframma, nonostante le otto lamelle, si avverte facilmente la forma poligonale.
Nel complesso possiamo definire il comportamento in questa sezione come più che sufficiente.
Le deformazioni sono di basso livello a tutta apertura, quasi nulle a F5.6; scompaiono successivamente.
Distorsione
È del tipo a cuscinetto, di entità quasi nulla, irrilevante per qualunque genere praticato. Nessuna delle prove sul campo è stata corretta.
È del tipo a cuscinetto, di entità quasi nulla, irrilevante per qualunque genere praticato. Nessuna delle prove sul campo è stata corretta.
Flare
L’ottica presenta un'alta vulnerabilità al controluce, anche con la fonte luminosa ad angolo poco incidente. Gli artefatti prodotti sono piccoli e trasparenti, il problema vero è costituito dalle velature, che appaiono con facilità persino in situazioni apparentemente controllate. Queste possono essere molto invasive, tali da azzerare il contrasto e distruggere l’immagine.
Il giudizio per questa sezione risulta pessimo.
Il giudizio per questa sezione risulta pessimo.
Il Soligor 100mm F 3.5 macro produce otto raggi. Anche chiudendo il diaframma, restano poco definiti e di scarso valore estetico.
Vignettatura
Di basso livello a tutta apertura, diventa quasi nulla a F5.6 e successivamente scompare.
LINK PROVE SUL CAMPO - GALLERIA FOTO
CONCLUSIONI
Del Soligor 100mm F 3.5 macro impressiona la scarsa qualità costruttiva; più che un obiettivo, sembra un giocattolo pronto per rompersi al primo urto. A dire la verità anche dal punto di vista ottico le prestazioni garantite non brillano. Non condividiamo i pareri entusiastici presenti su alcuni forum, che tendono a sopravvalutarlo. Questo può essere dovuto a un mero fatto economico: il Soligor in prova è forse l’ottica macro meno costosa di tutte; per molti amatori può rappresentare quindi l’ingresso a questo genere fotografico, anche se a lungo andare si sentirà l’assenza di un vero ingrandimento 1:1. Lo consigliamo pertanto solo se volete sperimentare la macrofotografia senza svenarvi, valutando successivamente l'acquisto di un obiettivo più performante. Diversamente lasciate perdere e cercate altro.
PRO
- leggero
- leggero
- distorsione quasi nulla
CONTRO
- qualità costruttiva pessima
- basso contrasto
- pessima resistenza al flare
CONTRO
- qualità costruttiva pessima
- basso contrasto
- pessima resistenza al flare
Commenti
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